Messo a punto il Sepolcro (oggi molto più scarno, più semplice), il giovedì pomeriggio c'era la liturgia che rievocava "l'ultima cena", e quindi la reposizione del Santissimo nel Sepolcro; per i confratelli aveva subito inizio la cosiddetta "ora di guardia", che consisteva nel vegliare il Sacramento, due alla volta, e per turni di un'ora, ininterrottamente fino al giorno successivo, compresa la notte tra giovedì e venerdì, allorchè le chiese restavano aperte e illuminate a giorno.
Per i fedeli c'era la possibilità di iniziare la pratica dei "Sepolcri"; bisognava, cioè, visitarne sette (o comunque in numero dispari) e fermarvisi in preghiera.
Si vedeva, dunque, gente alla spicciolata, gruppi familiari o associazioni religiose girare per il paese, visitando le varie chiese, per espletare questa pia devozione.
Molti preferivano farlo insieme all'Addolorata. Verso le ore 22.00, infatti, c'era la prima processione, quella appunto dell'Addolorata, la più suggestiva nella sua semplicità.
La sacra immagine partiva dalla Chiesa Madre e in piazza Municipio riceveva l'omaggio dei fedeli, invitati, dal sacerdote di turno che teneva un'omelia, ad accompagnare la Vergine in questo suo pellegrinaggio per le chiese del paese, alla ricerca del Figlio.
La prima sosta si aveva nella chiesetta di S. Giuseppe e di qui si partiva poi per la visita alle rimanenti chiese.
Considerevole la folla che seguiva; tra questa si scorgevano visi noti, ma non visti da tempo: erano i numerosi emigrati, tornati a respirare una boccata d'aria della propria terra, tornati a ricaricarsi spiritualmente; ci si scambiava qualche saluto, ci si prometteva di incontrarsi in un altro momento, allora non si voleva perdere nulla di quanto stava accadendo.
Era già passata la mezzanotte quando, procedendo in un silenzio profondo, favorito dall'ora tarda, l'Addolorata raggiunge la chiesa di Sant'Anna, ultima tappa del suo peregrinare.
In passato, dunque, la processione del giovedì si concludeva in Sant'Anna: l'Addolorata sostava qui fino all'indomani, allorchè avveniva l'incontro con il Cristo.
- Testo tratto da "Le Confraternite di Trinitapoli" di Pietro di Biase, Schena Editore, Fasano di Brindisi, 1989.
- Foto a cura del dott. Francesco Stanzione.
Per i fedeli c'era la possibilità di iniziare la pratica dei "Sepolcri"; bisognava, cioè, visitarne sette (o comunque in numero dispari) e fermarvisi in preghiera.
Si vedeva, dunque, gente alla spicciolata, gruppi familiari o associazioni religiose girare per il paese, visitando le varie chiese, per espletare questa pia devozione.
Molti preferivano farlo insieme all'Addolorata. Verso le ore 22.00, infatti, c'era la prima processione, quella appunto dell'Addolorata, la più suggestiva nella sua semplicità.
La sacra immagine partiva dalla Chiesa Madre e in piazza Municipio riceveva l'omaggio dei fedeli, invitati, dal sacerdote di turno che teneva un'omelia, ad accompagnare la Vergine in questo suo pellegrinaggio per le chiese del paese, alla ricerca del Figlio.
La prima sosta si aveva nella chiesetta di S. Giuseppe e di qui si partiva poi per la visita alle rimanenti chiese.
Considerevole la folla che seguiva; tra questa si scorgevano visi noti, ma non visti da tempo: erano i numerosi emigrati, tornati a respirare una boccata d'aria della propria terra, tornati a ricaricarsi spiritualmente; ci si scambiava qualche saluto, ci si prometteva di incontrarsi in un altro momento, allora non si voleva perdere nulla di quanto stava accadendo.
Era già passata la mezzanotte quando, procedendo in un silenzio profondo, favorito dall'ora tarda, l'Addolorata raggiunge la chiesa di Sant'Anna, ultima tappa del suo peregrinare.
In passato, dunque, la processione del giovedì si concludeva in Sant'Anna: l'Addolorata sostava qui fino all'indomani, allorchè avveniva l'incontro con il Cristo.
- Testo tratto da "Le Confraternite di Trinitapoli" di Pietro di Biase, Schena Editore, Fasano di Brindisi, 1989.
- Foto a cura del dott. Francesco Stanzione.
Nota: nella notte del Venerdì Santo del 2015 la processione si è svolta dopo 15 anni di sospensione.