La terza confraternita del Casale che ha origine nel Settecento è quella di S. Giuseppe.
Ecco come il priore Pasquale Russo e altri ventuno confratelli si rivolgono al sovrano: "Il Priore e Fratelli della Congregazione sotto il titolo del glorioso Patriarca S. Giuseppe addetta per li mag.i Civili ed Artegiani della Terra chiamata della Trinità in provincia di Bari supplicando espongono a V. M. qualmente trovasi di già eretta la suddetta Congregazione da molto tempo, per il di cui effetto han formato Regole per norma dei suddetti Fratelli; ed acciocchè la detta Congregazione abbia la sua Regale esistenza, supplicano V. M. per il Regale Assenso, tanto sopra la fondazione della medesima, quanto sopra le Regole che umiliano alla M. V.".
Apprendiamo, dunque, che la confraternita era già eretta "da molto tempo", anche se priva del regio assenso, che, concesso il 15 settembre 1781, darà il via all'esistenza giuridica dell'associazione.
Dei ventidue confratelli che hanno sottoscritto la supplica al re, solo 9 sono analfabeti e si firmano pertanto con il segno di croce.
Agli inizi la nuova confraternita ha come proprio luogo di culto una cappella nella chiesa della SS. Trinità (attuale S. Anna), ma poi ottenne l'odierna chiesa di S. Giuseppe, la quale, non ospitando più la parrocchia di S. Stefano sin dal 1767, versava in stato di abbandono; a ciò pose rimedio la pia associazione, che non solo si preoccupò di mantenere decorosamente aperto al culto il piccolo tempio, ma a metà dell'Ottocento, a proprie spese, lo fece rifare quasi ex novo, intitolandolo al Santo falegname, come documenta la lapide che si conserva sulla facciata della chiesa:
Ecco come il priore Pasquale Russo e altri ventuno confratelli si rivolgono al sovrano: "Il Priore e Fratelli della Congregazione sotto il titolo del glorioso Patriarca S. Giuseppe addetta per li mag.i Civili ed Artegiani della Terra chiamata della Trinità in provincia di Bari supplicando espongono a V. M. qualmente trovasi di già eretta la suddetta Congregazione da molto tempo, per il di cui effetto han formato Regole per norma dei suddetti Fratelli; ed acciocchè la detta Congregazione abbia la sua Regale esistenza, supplicano V. M. per il Regale Assenso, tanto sopra la fondazione della medesima, quanto sopra le Regole che umiliano alla M. V.".
Apprendiamo, dunque, che la confraternita era già eretta "da molto tempo", anche se priva del regio assenso, che, concesso il 15 settembre 1781, darà il via all'esistenza giuridica dell'associazione.
Dei ventidue confratelli che hanno sottoscritto la supplica al re, solo 9 sono analfabeti e si firmano pertanto con il segno di croce.
Agli inizi la nuova confraternita ha come proprio luogo di culto una cappella nella chiesa della SS. Trinità (attuale S. Anna), ma poi ottenne l'odierna chiesa di S. Giuseppe, la quale, non ospitando più la parrocchia di S. Stefano sin dal 1767, versava in stato di abbandono; a ciò pose rimedio la pia associazione, che non solo si preoccupò di mantenere decorosamente aperto al culto il piccolo tempio, ma a metà dell'Ottocento, a proprie spese, lo fece rifare quasi ex novo, intitolandolo al Santo falegname, come documenta la lapide che si conserva sulla facciata della chiesa:
Hoc sacrum templum / Ex Aedicula / Quo Sacris Faciundis Esset Aptius / Ampliore Quam Vides Forma / Sodales Sub B. Iosepho Congregati / Pene de Integro Fecere / A. D. 1858.
La confraternita di S. Giuseppe per statuto non ammetteva l'iscrizione di sacerdoti: "Chiunque vorrà entrare ed essere aggregato in detta Congregazione dovrà essere o persona civile o artigiani e non debbonsi aggregare preti o di altro ceto".
Di questa confraternita fu rettore spirituale, dal 1865 al 1880, Padre Giuseppe Maria Leone, il quale nel 1877 chiedeva al Papa l'aggregazione della confraternita di S. Giuseppe di Trinitapoli all'omonima arciconfraternita romana, in modo che le indulgenze godute da quest'ultima potessero essere lucrate anche dai confratelli di Trinitapoli.
Di questa confraternita fu rettore spirituale, dal 1865 al 1880, Padre Giuseppe Maria Leone, il quale nel 1877 chiedeva al Papa l'aggregazione della confraternita di S. Giuseppe di Trinitapoli all'omonima arciconfraternita romana, in modo che le indulgenze godute da quest'ultima potessero essere lucrate anche dai confratelli di Trinitapoli.
- Testo e foto (1) a cura di P. Pagano, tratti da "Le Confraternite di Trinitapoli" di Pietro di Biase, Schena Editore, Fasano di Brindisi, 1989.
LA CHIESA DI S. GIUSEPPE