L'ultima confraternita casalina, quella di S. Stefano, (fu) istituita nella chiesa parrocchiale.
Qui, nel 1784, il massaro di campo Vito Nicola Carriero aveva chiesto di fondare una cappella gentilizia sotto il titolo di S. Stefano, con "averci costruito un altare ed ornamenti di stucco a rilievo e provveduta della Immagine dello stesso Santo e dei necessari suppellettili"; ottenuto l'assenso reale il 23 aprile 1790, "per mezzo della Real Camera di S. Chiara", costituì come dote di questo beneficio la somma di 25 ducati annui, portati successivamente a 50.
E un Pasquale Carriero troveremo tra i 29 casalini che, nel 1833, indirizzarono una supplica al re, chiedendo di fondare una confraternita intitolata al Santo Protomartire.
Ecco il testo della supplica: "Sire, i qui sottoscritti Individui Sudditi fedeli di V. M. di questo Comune di Casal Trinità provincia di Capitanata umilmente espongono, come mossi eglino da vero spirito di pietà e di religione, amano di fondare in onore e sotto il nome di Santo Stefano Protomartire Protettore di detto Comune una Confratellanza in questa Chiesa Parrocchiale, ove esiste la Cappella del Santo Protettore. Incoraggiati li Supplicanti dal Paterno amore, col quale la M. V. non sa negare a quei Sudditi che cercano sempreppiù innalzare la gloria di dio, quel beneplacito, che forma l'Egida della Cristiana pietà, l'umiliano i loro voti, quali si augurano di veder soddisfatti a grazia particolare dalla M. V., e l'avranno, come da Dio. Casal Trinità, li 4 maggio 1833". Seguono le firme.
Qui, nel 1784, il massaro di campo Vito Nicola Carriero aveva chiesto di fondare una cappella gentilizia sotto il titolo di S. Stefano, con "averci costruito un altare ed ornamenti di stucco a rilievo e provveduta della Immagine dello stesso Santo e dei necessari suppellettili"; ottenuto l'assenso reale il 23 aprile 1790, "per mezzo della Real Camera di S. Chiara", costituì come dote di questo beneficio la somma di 25 ducati annui, portati successivamente a 50.
E un Pasquale Carriero troveremo tra i 29 casalini che, nel 1833, indirizzarono una supplica al re, chiedendo di fondare una confraternita intitolata al Santo Protomartire.
Ecco il testo della supplica: "Sire, i qui sottoscritti Individui Sudditi fedeli di V. M. di questo Comune di Casal Trinità provincia di Capitanata umilmente espongono, come mossi eglino da vero spirito di pietà e di religione, amano di fondare in onore e sotto il nome di Santo Stefano Protomartire Protettore di detto Comune una Confratellanza in questa Chiesa Parrocchiale, ove esiste la Cappella del Santo Protettore. Incoraggiati li Supplicanti dal Paterno amore, col quale la M. V. non sa negare a quei Sudditi che cercano sempreppiù innalzare la gloria di dio, quel beneplacito, che forma l'Egida della Cristiana pietà, l'umiliano i loro voti, quali si augurano di veder soddisfatti a grazia particolare dalla M. V., e l'avranno, come da Dio. Casal Trinità, li 4 maggio 1833". Seguono le firme.
Come al solito si interpella l'Arcivescovo, il quale, con lettera del 17 settembre 1833, dà la sua approvazione, "trattandosi di una Congrega che vuole stabilirsi nella Chiesa Parrocchiale sotto il titolo del Santo Protettore del Comune, nè essendovene altra sotto il medesimo titolo". Ma, contando il paese 5.434 abitanti e già quattro congreghe, il re chiede all'Intendente di valutare la "convenienza di una quinta congrega in quel Comune".
In data 27 marzo 1834 l'Intendente dà parere favorevole, aggiungendo: "converrebbe però che la cosa si combini in modo, onde la nuova pia adunanza non entri in urto con le altre congreghe ivi esistenti".
E così Ferdinando II accoglie la petizione con decreto firmato a Napoli il 4 agosto 1834.
Il primo priore fu Graziano Staffa, come apprendiamo da una sua lettera all'Arcivescovo di Trani. Questi aveva chiesto che, "appena dato il possesso alla nuova congrega", si fosse formata dai confratelli una terna di nomi da inviare all'Intendente, per la scelta del priore.
Staffa ricorda al presule l'articolo 19 dello statuto, in base al quale la congrega non è tenuta a tale obbligo, mentre, in caso di parità di voti - durante l'elezione dei dirigenti - si ricorrerà all'estrazione a sorte. Dopo di che, "eletto il Governo, sarà cantato il Te Deum ed il suo possesso senza altra ritualità sarà nel giorno primo del mese di Gennaio".
L'Arcivescovo de Franci accoglie la tesi del priore Staffa.
In data 27 marzo 1834 l'Intendente dà parere favorevole, aggiungendo: "converrebbe però che la cosa si combini in modo, onde la nuova pia adunanza non entri in urto con le altre congreghe ivi esistenti".
E così Ferdinando II accoglie la petizione con decreto firmato a Napoli il 4 agosto 1834.
Il primo priore fu Graziano Staffa, come apprendiamo da una sua lettera all'Arcivescovo di Trani. Questi aveva chiesto che, "appena dato il possesso alla nuova congrega", si fosse formata dai confratelli una terna di nomi da inviare all'Intendente, per la scelta del priore.
Staffa ricorda al presule l'articolo 19 dello statuto, in base al quale la congrega non è tenuta a tale obbligo, mentre, in caso di parità di voti - durante l'elezione dei dirigenti - si ricorrerà all'estrazione a sorte. Dopo di che, "eletto il Governo, sarà cantato il Te Deum ed il suo possesso senza altra ritualità sarà nel giorno primo del mese di Gennaio".
L'Arcivescovo de Franci accoglie la tesi del priore Staffa.
- Testo e foto (1) a cura di P. Pagano, tratti da "Le Confraternite di Trinitapoli" di Pietro di Biase, Schena Editore, Fasano di Brindisi, 1989.
L' ORATORIO DELLA CONFRATERNITA
- Foto a cura del dott. Francesco Stanzione (11 marzo 2012).